mercoledì 31 agosto 2016

VENEZIA 73 : IL LIDO SI (RI)ACCENDE



Si apre oggi la 73. edizione della Mostra del Cinema di Venezia: un'edizione (finalmente!) col giusto tasso di glamour e autorialità, in una cornice rinnovata e con tanti, tanti film (e tante star) di cui avremo modo di parlare man mano che usciranno in sala (intanto, se volete, leggetevi questa - lunga - presentazione). SOLARIS (cioè il sottoscritto) come sempre sarà al Lido, e vi terrà aggiornati sulle pagine facebook del blog e sulla mia personale
E, come sempre, se qualcuno di voi sarà al Lido e mi volesse contattare per condividere... sogni e visioni, ovviamente sarà il benvenuto. Buona Mostra a tutti! 


Chiuso un "buco", si apre una nuova era: la Mostra del Cinema di Venezia si libera, finalmente, di uno dei suoi "simboli" più imbarazzanti, ovvero l'orrido cratere del mai nato Nuovo Palazzo del Cinema, per anni cammuffato alla bell'e meglio ma sempre presente a ricordarci un fallimento tutto italiano. Oggi quel buco è stato finalmente coperto, al suo posto ci sono pini silvestri e una sala tutta nuova, e idealmente la rassegna lagunare si rifà il trucco: le ultime edizioni, quelle "firmate" da Alberto Barbera, ci avevano abituato a una Mostra sobria, intellettuale, spartana, lontana dal glamour e dai lustrini del divismo, tuttavia capace di mantenersi comunque ben al di sopra della linea di galleggiamento (negli ultimi tre anni, per dire, i vincitori degli Oscar sono passati tutti dal Lido).

La nuova "Sala Giardino" del Lido di Venezia
Oggi, invece, sulle ceneri del "buco" nasce una Mostra nuova, che fa luccicare gli occhi a tutti noi appassionati: erano anni, forse secoli, che il palinsesto del festival cinematografico più antico del mondo non annoverava nomi così importanti, di sicuro impatto mediatico. Ci saranno vecchi maestri come Malick, Wenders e Kusturica, giovani rampanti dal (si spera) radioso futuro come Cianfrance e Chazelle, e soprattutto grandi Autori del presente, con la "A" maiuscola, come Larraìn, Villeneuve, Ozon, Fuqua... cui fanno da contraltare registi importanti di paesi, stili e concezioni cinefile lontanissime (come l' "alieno" Lav Diaz, gradito ritorno il suo). E poi, naturalmente, non mancheranno le star, sempre un po' snobbate e perfino "sopportate" negli anni scorsi, in nome di uno stupido snobismo di maniera, da chi non si rende conto che i divi (e le dive) portano soldi, pubblico, incassi, notorietà, e servono come il pane per imbastire cartelloni di assoluto rilievo.

Così, la presenza di Jude Law, Michael Fassbender, Alicia Vikander, Natalie Portman, Emma Stone, Jake Gyllenhaal, Chris Pratt, Amy Adams, Rachel Weisz (e scusate se è poco...) daranno lustro ad una rassegna pronta a (ri)partire in grande stile, per la gioia di tutti gli appassionati.


"Jackie" di Pablo Larraìn
CONCORSO. Una competizione, come detto, bella ed eterogenea, che mette di fronte vecchi leoni e nuove leve, così come vedremo (tanto) cinema americano contrapposto a pellicole strettamente d'autore e tipicamente festivaliere. Il film più atteso del concorso sarà senza dubbio Jackie di Pablo Larraìn, il biopic sulla vedova di John Kennedy (interpretata da Natalie Portman) con cui il talentuoso regista cileno si cimenta per la prima volta con la lingua inglese (e capitali statunitensi). Da oltreoceano arriveranno anche la fantascienza di Arrival (di Denis Villeneuve, con Amy Adams e Jeremy Renner), il melodramma The Light Between Ocean di Derek Cianfrance (sul cui set è scoppiato l'amore - vero - tra Michael Fassbender e Alicia Vikander), e il western, genere immortale, di Ana Lily Arminpour The Bad Batch (ma anche l'europeo Brimstone di Martin Koolhoven, con Dakota Fanning e Guy Pearce). Tra i "vecchi leoni" ci saranno anche il "leggendario" Terrence Malick (con il suo Voyage of Time, documentario sulle origini del mondo) e il più socievole Wim Wenders (con Les Beaux Jours D'Aranjuez, girato in 3D). Spazio anche a generi insoliti per un festival, come il musical La La Land di Damien Chazelle (film d'apertura), il thriller Nocturnal Animals di Tom Ford (che torna al Lido a setti anni dal fortunatissimo esordio di A Single Man), il "trine e merletti"  Une Vie del francese Stephane Brizè. Francia che schiererà anche uno dei suoi registi di punta, Francois Ozon, che torna a Venezia con Frantz.


"I Magnifici Sette" di Antoine Fuqua
FUORI CONCORSO. Qui, davvero, c'è l'imbarazzo della scelta! Venti titoli in calendario, su cui spiccano i primi due episodi dell'attesissima serie The Young Pope, diretta da Paolo Sorrentino con Jude Law nei panni di un fascinoso pontefice... e che dire dello "stellare" remake de I magnifici sette di Antoine Fuqua (film di chiusura con Denzel Washington, Ethan Hawke, Chris Pratt e Vincent D'Onofrio). Natalie Portman sarà la protagonista anche di Planetarium di Rebecca Zlotowski, mentre attendiamo con curiosità il ritorno di Mel Gibson con Hacksaw Ridge e il war-movie coreano The Age of Shadows. Molti anche i documentari, su cui spiccano One More Time with Feeling di Andrew Dominik (biografia del musicista Nick Cave) e il controverso American Anarchist di Charlie Siskel (sugli violenze degli anni '70 e le lotte di quel decennio).


ORIZZONTI. Diciannove film, più tanti cortometraggi e tante possibili sorprese... impossibile descrivere in tre parole quella che è la sezione più "sperimentale" (e spesso più interessante) della Mostra. Segnaliamo un titolo su tutti: King of Belgians, della coppia Peter Brosens e Jessica Woodworth, che tre anni fa stupirono il Lido con il magnifico e inquietante La Quinta Stagione.



"Spira Mirabilis" di Parenti/D'Anolfi
GLI ITALIANI. Venezia, da sempre, è croce e delizia per il cinema di casa nostra. Grande vetrina mediatica, centrifuga di attese e speranze, rampa di lancio per vecchi e nuovi talenti, ma anche (ahimè) troppo spesso vera e propria "trappola" per tanti nomi (anche) illustri della nostra cinematografia, "impallinati" senza pietà da una critica che, forse per non essere accusata di eccessivo provincialismo, spara a zero sulle nostre produzioni. E infatti, guardacaso, sempre più spesso ormai i nostri registi più importanti preferiscono le acque più calme (e ben più remunerative) del Festival di Cannes e Toronto...
Sarà per questo che quest'anno al Lido l'Italia parte ancora una volta "di rincorsa", con tre outsiders che però sembrano promettere bene. Almeno dai "rumors", infatti, c'è grande attesa per Spira Mirabilis, documentario sull'immortalità firmato da Martina Parenti e Massimo D'Anolfi, "oggetto" inclassificabile e misterioso che si candida come una delle possibili sorprese del concorso. Speriamo. Senz'altro più tradizionale invece Piuma di Roan Johnson, commedia sulla maternità accidentale e le inquietudini della nostra generazione, diretto dal regista del divertentissimo I primi della lista. Il nostro terzo "moschettiere" è Giuseppe Piccioni, che torna al Lido a quindici anni di distanza da Luce dei miei occhi: il nuovo film si chiama Questi Giorni, con Filippo Timi e Margherita Buy: cronaca di un "viaggio iniziatico" di quattro giovani studentesse universitarie e... le "paturnie" dei rispettivi genitori.

"Tommaso" di Kim Rossi Stewart
Ma anche nelle sezioni collaterali c'è molta Italia: a cominciare da Tommaso, il nuovo film di (e con) Kim Rossi Stuart, con Cristiana Capotondi e Jasmine Trinca. E, ancora, i documentari di Francesco Munzi e Federica Di Giacomo, il duro Il più grande sogno di Michele Vannucci, il ben più leggero L'estate addosso di Gabriele Muccino... insomma, ce n'è davvero per tutti i gusti!

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