sabato 17 febbraio 2018

LA FORMA DELL'ACQUA

(The Shape of Water)
regia: Guillermo Del Toro (Usa, 2018)
cast: Sally Hawkins, Doug Jones, Michael Shannon, Richard Jenkins, Octavia Spencer
sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Vanessa Taylor
fotografia: Dan Laustsen
scenografia: Paul D. Austerberry
montaggio: Sidney Wolinsky
musiche: Alexandre Desplat
durata: 119 minuti
giudizio: 

trama:  In piena Guerra Fredda una ragazza muta e complessata, addetta alle pulizie in una base militare americana, s'innamora di uno strano essere acquatico tenuto segretamente prigioniero dalle autorità governative...


dico la mia:  Non era forse il miglior film dell'ultima Mostra di Venezia, dove ha vinto il Leone d'oro tra gli applausi (personalmente continuo a preferirgli Tre Manifesti a Ebbing, di McDonagh) e forse non è nemmeno il più bel film di Guillermo del Toro (che per me rimane sempre lo splendido Il Labirinto del Fauno) ma una cosa è certa: è impossibile non innamorarsi e non voler bene a un film come La forma dell'acqua, e anche al suo regista... perchè La forma dell'acqua è una di quelle pellicole che ti fanno amare incondizionatamente il cinema, in tutti i suoi aspetti, capaci di riportare il pubblico in sala e farlo divertire, appassionare e commuovere attraverso una storia universale, umanissima, delicata, comprensibile a tutte le latitudini.

Una storia che pare girata apposta per farci riflettere sul nostro presente difficile, in un mondo ormai sempre più rinchiuso e ripiegato su se stesso, impaurito e poco incline alla generosità e alla tolleranza. Il nuovo film di Del Toro racconta un incontro tra due solitudini: quella tra una ragazza timida, introversa e complessata,  (una straordinaria Sally Hawkins, agli Oscar sarà una bella lotta tra lei e Frances McDormand) e una creatura in apparenza inquietante, una specie di "uomo-pesce", un essere vivente (forse) deformato geneticamente dagli esperimenti nucleari e condannato a vivere in cattività in una base militare americana, dove le autorità lo usano brutalmente come cavia per scopi scientifici.

Elisa (Sally Hawkins) non parla, se non a gesti: è il suo modo per estraniarsi da un mondo ostile e ingeneroso nei suoi confronti. Fa un lavoro umile (la donna delle pulizie) che però le permette di passare inosservata e toccare con mano gli orrori che vengono perpetrati negli oscuri laboratori della base, dove un alto ufficiale senza scrupoli (un mefistofelico Michael Shannon, ormai abbonato a questi ruoli borderline) è disposto ad ogni efferatezza (leggi: maltrattamenti alla "creatura") pur di scalare la carriera. E' inutile dire che l'incontro con lo strano essere acquatico (interpretato da Doug Jones), prigioniero della crudeltà umana, farà scoprire alla ragazza gli affetti, i sentimenti, l'amore, le darà la consapevolezza di meritarsi, anche lei, un suo posto nel mondo...

La morale del film è scontata, ed è forse l'unico punto debole di una pellicola bellissima: i veri "mostri" siamo noi, gli esseri umani, incapaci di capire e aiutare chi è solo appena un po' diverso da un'apparente "normalità", prigionieri dei nostri egoismi. Non a caso un po' tutti i personaggi del film sono dei "diversi", non solo i protagonisti: il coinquilino di Elisa, Giles (Richard Jenkins) è un disegnatore gay emarginato proprio a causa del suo orientamento sessuale. La superiore di Elisa, l'energica e risoluta Zelda (Octavia Spencer), è una donna di colore discriminata per la sua pelle. Il responsabile medico della base, il dottor Hoffstetler, l'unico a mostrare un po' di pietà per la creatura, viene sistematicamente ignorato dai superiori per via del suo buonismo, sinonimo di debolezza.

A parte questo però La forma dell'acqua è una vera gioia per gli occhi, e anche per il cuore: l'impianto tecnico è splendidamente classico, dichiaratamente ispirato al cinema fantasy degli anni '50 (l'uomo-pesce ha le fattezze de Il Mostro della Laguna Nera, titolo cult dell'epoca) e sono innumerevoli i rimandi e gli omaggi a un'epopea "magica" per la settima arte (l'appartamento di Elisa è al piano superiore di un palazzo che ospita una grande sala cinematografica, che proietta film a tutte le ore del giorno e della notte, una specie di universo parallelo dove rifugiarsi per sfuggire a un presente difficile). Anche fotografia e scenografie sono perfette, "sporcate" ad arte per ricreare il clima del tempo, in una raffinatissima suggestione di forme e di colori...

Ma la vera forza del film sono ovviamente i sentimenti, le emozioni che sprigiona. L'amore che scoppia tra Elisa e il mostro è di una dolcezza e una delicatezza da lasciare a bocca aperta. Il loro primo incontro è da antologia: una ragazza muta, una vasca colma d'acqua, un essere inquietante e misterioso, un banalissimo uovo sodo e della musica, che sostituisce degnamente le parole. Da lì in poi sarà un crescendo di pathos e sentimenti, senza tralasciare autentica suspance e momenti altamente drammatici, da vero film d'azione, fino a sfociare in un finale davvero indimenticabile, che non potrà non strapparvi qualche lacrimuccia. Se Guillermo Del Toro merita di vincere l'Oscar (e pensiamo proprio di sì) sarebbe bello che fosse proprio per questo film.

32 commenti:

  1. Una fiaba moderna che affascina con il suo mix di generi ed emozioni. Meraviglia per gli occhi ma anche per le orecchie con l'ottima colonna sonora di Desplat!
    Un film che rievoca un'atmosfera unica al cinema :D
    In ottica Oscar il mio favorito è Tre Manifesti a Ebbing ma sono sicura che quest'ultima creatura di Del Toro troverà diversi riconoscimenti. Venezia colpisce ancora ;)

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    1. Sì, quest'anno Venezia è stata davvero insuperabile: anch'io faccio il tifo per "Tre Manifesti a Ebbing", però è chiaro che un film come questo è capace di arrivare davvero a tutti: è una storia universale e assoluta, che omaggia il grande cinema classico, di quelle che piacciono tanto all'Academy... inoltre, Del Toro da tempo aspetta (e merita) un riconoscimento importante. E se arrivasse quest'anno, davvero non avrei nulla da obiettare!

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  2. Non vedo l'ora. Le tue parole mi rendono (ancora più) fiducioso 😍

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    1. Ultimamente mi pare che ti sei un po' "inaridito" ;))) questo è soprattutto un film per puri di cuore! (scherzo)

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    2. Inaridito lo sono sempre stato :-P

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  3. Non vedo l'ora di vederlo, è questo il Del Toro che mi piace!

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    1. Era dai tempi de "Il Labirinto del Fauno" che non si vedeva un Del Toro così in forma: se ami il suo cinema, questo non potrà non piacerti

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  4. Non posso che confermare quanto hai scritto: una meraviglia per gli occhi e per il cuore, un film che piacerà a tutti, grandi e piccini, ognuno in base al proprio livello di comprensione. I piccoli ci vedranno una struggente storia d'amore, grandi un potente affresco contro tutti i fascismi e totalitarismi. Per me uno dei film più belli dell'anno, davvero un gran bell'esempio di connubio tra cinema commerciale e cinema d'autore.
    Si capisce che mi è piaciuto???
    Un abbraccio grande!
    Mauro

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    1. Eccome se si capisce, Mauro!! Non mi avevi mai scritto un commento così appassionato e particolareggiato. Si vede proprio che questo film ti ha particolarmente "preso" e non immagini quanto sia contento! Sono assolutamente d'accordo con le tue parole :)

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  5. Non è originale, forse è un po' paraguru, scontato quasi, ma è un film di Guillermo Del Toro al 100% e per questo è bellissimo, poetico, delicato, che scava dentro il tuo cuore per rimanerci il più a lungo possibile. Io ho pianto come uno scemo alla fine. Non è il mio preferito, come hai detto tu (io tifo spudoratamente per Phantom Thread, Cinema eterno e irraggiungibile), ma se dovesse vincere sarei il primo a voler festeggiare con Guillermo :)

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    1. "Phantom Thread" lo devo ancora vedere, ma è inutile dirti che ho delle aspettative altissime. Per il resto condivido in toto il tuo pensiero: le tue sensazioni sono le mie, comprese le copiose lacrime finali. Sì, è un film che ti scatena sensazioni forti... e pazienza se la trama non è originalissima: ci si commuove e ci si diverte, si ammira una gran cifra tecnica, si esce dalla sala soddisfatti per esserci riconciliati con il cinema. E scusate se è poco.

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    2. Anche io darei l'Oscar a Phantom Thread (e anche alla colonna sonora, 3 manifesti merita alla grande per la sceneggiatura e dovrebbero tagliare in due la statuetta per premiare sia la McDormand che la Hawkings), ma è vero, è un film che ti entra nel cuore e visivamente è spettacolare, non perfetto, ma bello anche nelle sue piccole pecche! Finalmente Del Toro mi ha conquistata!

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    3. Phantom Thread lo vedrò nel weekend ma, così "a occhio", non mi pare un film "da Academy" in grado di conquistare la statuetta per il miglior film. Sarà invece una lotta all'ultimo voto tra Del Toro e McDonagh e, tra le attrici, tra la McDormand e la Hawkins (che, davvero, meriterebbero entrambe)

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  6. Delizioso! Che altro dire? Spero che lo vadano a vedere in tanti, e porti alla gente la gioia del cuore. Mi sono emozionata e commossa, non mi riesce di fare un commento più "tecnico": stasera è il cuore che parla! <3

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    1. ... e lascialo parlare! <3
      Tanto avremo modo di confrontarci molto presto, a mente fredda e a modo nostro ;)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Storie e film come questi ti fanno amare incondizionatamente il cinema; è la stessa cosa che pensato anch'io appena si sono accese le luci in sala.

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    1. Ed è, fondamentalmente, tutto ciò che conta. Che cinema sarebbe se non riuscisse più a farsi amare? ;)

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  9. Ho amato moltissimo la tua recensione che mi ha fatto venire una gran voglia di vederlo in primis perché dici che fa amare il cinema.
    Perdonami se ti dico una cosa. Secondo me nella tua recensione manca un pezzo. Un tema spesso presente in gran parte del cinema di Del Toro, in primis nel meraviglioso il labirinto del fauno (è anche il mio preferito), in HellBoy e mi pare di capire anche qui. Hai ragione a dire sì i mostri sono "i normali" ma va detto che l'eroe è il diverso, come i due protagonisti, come gli altri personaggi, che sanno amare, andando oltre la stupidità e l'ottusità, lo è la piccola protagonista del labirinto perché sogna e usa l'immaginazione per fuggire alle brutture e sa fare scelte eroiche, lo è il super eroe di HellBoy, ecc. È colui che si eleva dalla massa e sa trovare la bellezza nell' altro che vince. Ecco perché amo il cinema di Del Toro perché non ci risparmia le brutture del mondo e nel contempo ci mostra "che bellezza salverà il mondo.". Tematica non nuova ma vitale. Scusa se mi son permessa.

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    1. Sinceramente... mi sembrava che da quello che ho scritto si capisse. Il film è a tutti gli effetti un elogio alla diversità e alla tolleranza, esattamente come ne "Il Labirinto del Fauno" (che a mio giudizio però è una pellicola ben più incisiva di questa). Ad ogni modo, che mi sia spiegato o meno, sono perfettamente d'accordo con te.

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  10. Aggiungo che la tematica di Del Toro, sui "diversi" che "vincono", ci fa pensare che la diversità è un dono

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  11. Come in molti grandi film si mescolano più generi (fantasy, spionaggio, musical, thriller) che la sceneggiatura, a dire il vero, non sempre riesce a tenere assieme. Ma tutto passa in secondo piano rispetto alla splendida confezione e allo splendido messaggio di pace che ci trasmette.

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    1. Verissimo: film non impeccabile come narrazione, ma di grande potenza emotiva, evocativa e visiva. Una gioia per gli occhi!

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  12. Alla fine non è stato nemmeno il mio preferito di Venezia, battuto da McDonagh e Kechiche, ma avercene di terzi posti così! Impossibile non innamorarsene davvero, tra la cura tecnica e una storia che riempie di speranza e bellezza.

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    1. E impossibile, credo, avere almeno a breve un altro Concorso veneziano come quello appena passato... troppa grazia davvero! :)

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  13. Ne parlo anch'io domani, non proprio nello stesso modo. ;)
    E dire che io amo follemente il Cinema.

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    1. Il Cinema di Del Toro, intendi? Perchè il Cinema in generale so bene che lo ami... ;) domani comunque ti leggo sicuro!

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  14. E stasera l'ho visto. Una bellissima storia d'amore. Il resto, come sempre l'hai detto tu. Una domanda ...ma come arrivi alla conclusione che sia effetto di esperimenti nucleari??

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    1. Beh... è una mia deduzione (non so quanto fantasiosa!!! ;) ;) )
      Me lo ha fatto pensare il contesto (quello della guerra fredda, e la conseguente minaccia atomica), il fatto che in quel laboratorio si stiano facendo test nucleari, il clima di orrore cupo che pervade il film, malgrado le dolcissime apparenze.
      Però, ripeto, è solo una mia congettura. Si tratta di una sceneggiatura originale, solo Del Toro può darci la risposta :)

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  15. L'Oscar del mio cuore lo ha già vinto, tanto basta.
    Con tutto l'amore che si sta riversando su Guillermo, da ogni parte del mondo, direi che il regista ha già raggiunto il suo obiettivo!

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    1. Direi proprio di sì. A volte, davvero, bisogna anche mettere la parte la "critica" e abbandonarsi ai sentimenti e alle emozioni... noi blogger "dilettanti" per fortuna ce lo possiamo permettere! :)

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  16. Un filmone e una gran recensione, come al solito. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda riguardo questo bellissimo film!

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