mercoledì 23 agosto 2017

MONOLITH

(id.)
regia: Ivan Silvestrini (Italia/Usa, 2017)
cast: Katrina Bowden
sceneggiatura: Ivan Silvestrini, Elena Bucaccio, Stefano Sardo, Mauro Uzzeo
fotografia: Michael Fitzmaurice
scenografia: Chris Scharffenberg
montaggio: Lorenzo Muto
musiche: Diego Buongiorno
durata: 83 minuti
giudizio: 

trama:  Un bimbo di due anni rimane chiuso accidentalmente nell'abitacolo di una supermacchina inaccessibile dall'esterno. La madre, sola in mezzo al deserto e senza le chiavi, dovrà escogitare un modo per aprire le portiere prima che il piccolo muoia soffocato dal caldo infernale...


dico la mia:  Monolith, ovvero la cronaca di una scommessa parzialmente perduta... oppure vinta solo in parte: sta a voi scegliere se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Chi scrive, personalmente propende per la seconda ipotesi: il film di Ivan Silvestrini è un tentativo coraggioso (e ambizioso) di portare avanti quel cinema italiano di genere che, sebbene "sdoganato" di recente da titoli fortunati come Smetto quando voglio, Veloce come il vento o Lo chiamavano Jeeg Robot, fa sempre molta fatica a fare breccia nelle stanze dei produttori (e qui va reso merito a Sky che lo ha prodotto e alla neonata Vision Distribution di aver creduto nel progetto e averlo distribuito in sala, sebbene nella calura agostana).

Monolith è un film basato su un'idea semplice e molto scarna, riassunta qui sopra nelle tre righe di trama che ho scritto: un'auto inespugnabile dall'esterno, un bambino chiuso dentro, una madre disperata che cerca di salvarlo, sola in mezzo al deserto californiano. La storia è tutta qui, e anche lo svolgimento è minimale: tratto da una graphic novel originale di Roberto Recchioni (i lettori di Dylan Dog sanno bene chi è), gli sceneggiatori Elena Bucaccio e lo stesso Ivan Salvestrini buttano giù uno script che, almeno per la prima mezz'ora, è tanto scarno quanto solido e entusiasmante: un action-thriller serratissimo e ansiogeno, pieno di trabocchetti e colpi di scena, che porta lo spettatore su false piste, lo disorienta e lo stupisce, indugiando sulle paranoie di una donna fragile e insicura (come madre, come amante e come persona).

La bionda Katrina Bowden (già vista in Scary Movie V e American Pie) ha il volto e il fisico giusti per il personaggio: una ex popstar dalla carriera già finita, madre non naturale di un bambino non suo, convivente con un uomo che (forse) la tradisce, mentalmente instabile e poco lucida (come molti di noi) nei momenti più difficili. Monolith è, nella prima parte, un film interessante dalla doppia identità: ti fa riflettere sull'eterno conflitto tra uomo e macchina, intelligenza umana e intelligenza artificiale, ma anche sulla capacità delle persone di tirare fuori le proprie (a volte insospettabili) energie nascoste per risolvere le situazioni più drammatiche.

Il problema è che lo spunto di base (molto esile, come detto) si esaurisce qui, e non c'è molto altro. Sono passati all'incirca quaranta minuti e già il film s'incarta, abbandonandosi a una deriva "carpenteriana" che sa troppo di già visto. Da questo momento in poi Monolith diventa una specie di clone di Duel e Fuga da New York, appesantito dalle "solite" atmosfere alla Mad Max... un calderone di vecchie idee che resta comunque abbastanza divertente, sebbene a questo punto allo spettatore venga richiesta una sospensione dell'incredulità decisamente oltre la tolleranza. Probabilmente non c'era proprio il materiale sufficiente per trarne un lungometraggio: sebbene infatti il film sia comunque molto breve (83 minuti, titoli di coda compresi) si capisce ben che la sceneggiatura si avvita su se stessa cercando solo di allungare il brodo...

Un peccato, ma non così grave da scatenare l'ira inconsulta del recensore (ovviamente sto scherzando). Con un budget meno risicato e un maggiore sviluppo di trama e personaggi si poteva raggiungere un gran bel risultato. Così non è stato, ma per essere una produzione low-cost girata in tempi ristrettissimi, Monolith resta comunque una gradevole visione estiva, che di sicuro piacerà tantissimo a giovani e giovanissimi: quelli che con fumetti e macchine infernali ci vanno a nozze davvero.

9 commenti:

  1. Ma come mai dopo i primi entusiasmi lo stanno semi-demolendo tutti? :/ peccato...

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    1. Ho visto che la critica si è spaccata in due... e io stavolta, per una volta, mi metto "democristianamente" in mezzo ;)

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  2. Io ne ho sentito parlare benissimo: dici che potrebbe essere buono per cominciare la stagione?
    Mauro

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    1. Considerata la penuria di uscite in questa estate assolata, caro Mauro, io direi che sì... potrebbe essere buono per cominciare. Basta non aspettarsi troppo!

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  3. Io ci ho visto più che altro la somiglianza con "Mine". Ho sognato? ;)

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    1. No, anzi! Anche "Mine" potrebbe essere una citazione perfetta, tra le tante da cui prende spunto il film (soprattutto nella seconda parte). Segno evidente di una certa carenza di idee per "stiracchiare" una trama che non regge un film intero...

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  4. su Sky stanno pubblicizzando questo film come se non ci fosse un domani...
    non mi incuriosisce nemmeno un po', e lo vedrò giusto sulla pay-tv, perché al cinema non ci penso minimamente

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  5. Non credo di riuscire a vederlo al cinema, ma appena possibile cercherò di recuperarlo...

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