martedì 4 luglio 2017

CIVILTA' PERDUTA

(The lost city of Z)
regia: James Gray (Usa, 2016)
cast: Charlie Hunnam , Sienna Miller, Robert Pattinson, Tom Holland, Angus McFayden, Franco Nero
sceneggiatura: James Gray
fotografia: Darius Khondji
scenografia: Jean-Vincent Puzos
montaggio: John Axelrad
musiche: Christopher Spelman
durata: 141 minuti
giudizio: 

trama:  Gran Bretagna, 1906. Il colonnello Percy Fawcett riceve l'ordine di effettuare per conto del governo dei rilievi cartografici nella foresta amazzonica, al confine tra Brasile e Bolivia. Assieme a uno sparuto gruppo di collaboratori risalirà il Rio Verde fino alla sorgente, dove s'imbatterà in degli strani resti archeologici che testimonierebbero l'esistenza di una misteriosa città perduta, la cui civiltà sembrerebbe essere più antica addirittura dell'epoca dei conquistatori...


dico la mia:  Ogni nuovo film di James Gray è un piccolo evento. E' sempre un piacere vedere all'opera questo regista misconosciuto eppure bravissimo, anche se apprezzato (purtroppo) solo da un pubblico ristretto di cinefili... eppure tutti i suoi lavori sono stati finora impeccabili, dal folgorante noir I padroni della notte allo struggente e sentimentale Two Lovers, dall'impegnato The Immigrant fino a quest'ultimo Civiltà Perduta, elegante adattamento di un saggio di David Grann (The lost city of Z, che è anche il titolo originale del film) e sontuoso omaggio al cinema d'avventura di un tempo e all'epicità delle storie alla David Lean o Werner Herzog, giusto per citare gli esempi più comuni.

Gray ha sempre avuto una particolare predilezione per il cinema epico e classicheggiante (è uno dei pochi registi che ancora lavorano con la pellicola) e anche in questo film i rimandi a opere come Fitzcarraldo e Aguirre, furore di Dio non sono certo casuali. Il suo è un cinema splendidamente inattuale, amabilmente fuori moda sia nel soggetto che nella messinscena, eppure affascinante nel perseguire una perfezione stilistica che lascia stupefatti. Attenzione, però: aldilà della "confezione", Civiltà perduta è un film dal linguaggio modernissimo, strettamente contemporaneo, che fa riflettere su aspetti decisamente attuali della società moderna (ecologia, razzismo, sessismo, lotta di classe...). Ma andiamo con ordine.


Civiltà perduta è innanzitutto la storia di un'ossessione: quella che fin dall'inizi del '900 (e per quasi un ventennio) l'ufficiale britannico Percy Fawcett (un bravo Charlie Hunnam, in un ruolo che avrebbe dovuto essere di Brad Pitt) nutre per la foresta amazzonica e per i suoi abitanti. Incaricato una prima volta dal governo di mappare una pezzo di giungla tra il Brasile e la Bolivia, Fawcett finirà per tornare in quei luoghi impervi altre tre volte, ormai contagiato da un virus da cui non riuscirà più a guarire. La sua ossessione è quella di scoprire l'antichissima e misteriosa città di Z, un luogo fantomatico e mitologico, che gli indios chiamano Eldorado e che si vocifera possa nascondere immense ricchezze. I viaggi che Fawcett intraprenderà serviranno all'inizio a riscattare il nome della propria famiglia e garantire tranquillità economica alla moglie (Sienna Miller) e ai figli, per poi però trasformarsi in una specie di sfida all'immensità della natura e al'ostinazione umana (e come non pensare, per questo assioma e per certe scene, anche alla filmografia di Terrence Malick?)


L'ultimo Gray è un film dal respiro antico, potente, che strizza l'occhio ai grandi kolossal del passato e possiede un lirismo poetico e tragico insieme. La splendida fotografia di Darius Khondji illumina le inquadrature con impeccabile maestria, facendo ricorso a filtri che sgranano le immagini e le restituiscono calde e avvolgenti allo spettatore, ben lontane dalla freddezza del digitale: pare proprio di essere lì, nel tremendo caldo umido, afoso, appiccicoso dell'Amazzonia, immersi nel grande fiume, con il sudore che imperla la fronte e gli insetti che ti ronzano addosso. Scenari e riprese d'altri tempi, eppure nel film non c'è alcuna traccia di manierismo: ci si appassiona e si viene catapultati nella storia, ci sembra proprio di essere lì, a trepidare e soffrire come nei grandi film d'avventura. E Civiltà perduta è per davvero un grande film d'avventura, molto più complesso e stratificato di come appare.

E' soprattutto la storia di un uomo che sembra trovare pace solo nella propria ossessione. Da qui la domanda chiave di tutta la vicenda: vale la pena sacrificare tutto ciò che si ha di più caro per uno scopo, per quanto nobile sia? La parabola di Fawcett assomiglia a quella dei protagonisti di On the road di Kerouac: è più importante la ricerca o l'obiettivo? L'attesa o il fine? L'affetto dei propri familiari o la pace interiore? Domande altissime, assolute, su cui un film bello e affascinante come questo ci costringe a interrogarci.

12 commenti:

  1. Di questo regista avevo visto Two Lovers e mi era piaciuto molto. Seguirò il tuo consiglio!
    Un caro saluto.
    Mauro

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    1. Perfetto Mauro, e ricambio il saluto ovviamente. Grazie.
      Gray è un Autore con la "A" maiuscola, e penso che dai suoi film (qualunque sia il giudizio, che resta sempre soggettivo) ci sia sempre da imparare

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  2. I padroni della notte era un SIGNOR film! Questo non l'ho ancora visto ma mi fido della tua recensione

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    1. Concordo su "I padroni della notte". E fammi sapere che ne pensi di questo!

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  3. Bene, aspettavo questo film e spero di riuscire a recuperarlo nel week end, mi fido del tuo giudizio ;-) Cheers

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    1. Grazie! mi sento sempre un po' "responsabile" quando qualcuno si fida di me... ma non nego che mi faccia piacere. Fammi sapere il tuo giudizio, liberamente :)

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  4. Sul mio blog c'è un premio per te!

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  5. un buon film d'avventura, imperfetto ma affascinante. probabilmente troppo lungo, ma alla fine si esce soddisfatti. bravissimo hunnam

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    1. Io, ti dirò, non ho avvertito la lunghezza. Il film copre quasi vent'anni di spedizioni più un "intermezzo" con la guerra, a me è parso persino troppo corto! In ogni caso non l'ho trovato affatto pesante: posso parlare di altri difetti ma non quello della durata

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  6. Spero di poterlo recuperare presto, adoro Gray e Two Lovers e I padroni della notte per me sono filmoni.
    Inoltre lo spirito dell'esplorazione e dei tempi mi affascina molto. Incrocio le dita!

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    1. Per quel poco che ti conosco, credo che non te ne pentirai. L'ho trovato molto "fordiano"... :) comunque aspetto il tuo giudizio!

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