sabato 8 aprile 2017

ELLE

(id.)
regia: Paul Verhoeven (Francia, 2016)
cast: Isabelle Huppert, Laurent Lafitte, Anne Consigny, Cherles Berling
sceneggiatura: David Birke
fotografia: Stéphane Fontaine
scenografia: Laurent Ott
montaggio: Job Ter Burg
musica: Anne Dudley
durata: 130 minuti
giudizio: 

trama:  La vita di Michèle, affascinante e risoluta imprenditrice cinquantenne, cambia in maniera drastica quando viene aggredita e violentata a casa sua da un malintenzionato. Per nulla intimorita dall'accaduto, la donna continuerà a lavorare e vivere come se nulla fosse successo, salvo intraprendere una folle e morbosa indagine personale sull'identità del suo aggressore. 


dico la mia:  A 78 anni suonati, a Paul Verhoeven non è certo passata la voglia di provocare. In passato lo aveva fatto soprattutto per soldi (con Basic Instinct e Showgirls) e ciò, per contrappasso, gli aveva creato anche qualche problema con critica ed establishment hollywoodiano, che in maniera piuttosto ipocrita avevano dimenticato in fretta quanto il regista olandese avesse contribuito a fare le fortune degli Studios girando tre film destinati a rimanere pietre miliari della fantascienza moderna (parliamo di Atto di forza, Robocop, e soprattutto del geniale Starship Troopers).

Oggi invece, e giustamente, Verhoeven provoca solo per il gusto di farlo e per diletto artistico, mettendo al centro dell'azione un'attrice straordinaria e perfetta per la parte come Isabelle Huppert: è proprio "lei" la Elle del titolo, una donna spregiudicata e calcolatrice, raffinata eppure morbosamente voluttuosa, tanto algida esteriormente quanto vulcanica e spietata nella vita privata e affettiva... la sua Michèle è un concentrato di carisma e perversione: imprenditrice di successo "fuori", mantide spietata e insaziabile nei rapporti con gli uomini, con i quali predilige un approccio essenzialmente fisico e senza alcun tipo di inibizione.

Un giorno Michèle viene aggredita e stuprata in casa sua da un misterioso uomo incappucciato. Lei non si fa nè intimorire nè sconvolgere dall'accaduto, continuando normalmente la sua vita e sviluppando un'insana curiosità verso l'identità del suo aggressore. Armata di spray al peperoncino e di un carattere d'acciaio, svilupperà ancora di più il suo cinismo verso una società avviata alla decomposizione (nessuna delle persone che gli girano attorno ha una vita "normale": il suo ex-marito perde la testa per una sciacquetta più giovane, il suo vicino di casa, sposatissimo, la corteggia senza tregua, suo figlio si fa dominare da una compagna senza scrupoli, per non parlare di sua madre che s'illude di riconquistare la giovinezza perduta con un toy-boy...). Quando però, qualche tempo dopo, l'aitante stupratore tornerà a minacciarla, il film prenderà un piega assolutamente imprevedibile...

Cammuffato da giallo, con irresistibili tratti da black-comedy, Elle è una geniale e sarcastica parodia dei sentimenti, dalla regìa solidissima e una sceneggiatura narritavamente a prova di bomba, che sviluppa nello spettatore un'irrefrenabile attrazione per il torbido e il politicamente scorretto. Un film cinico, macabro, eppure terribilmente divertente, dai meccanismi oliati alla perfezione, con una protagonista che rasenta essa stessa la perfezione e già "allenata" al genere (chi ricorda la sua torbida performance ne La Pianista di Haneke?), ma anche un film che è un colpo al cuore alla società borghese e al benpensantismo tipicamente europeo (e ogni critica allo snobismo algido e sussiegoso di certi ambienti del Vecchio Continente non è certo casuale).

Sono pochi i registi che riescono (ancora) a fare film come Elle, mantenendosi sospesi sul filo del rasoio tra grottesco e ridicolo, senza mai mettere il piede in fallo. Verhoeven in questo si conferma assoluto maestro del genere, una delle menti più lucide e sapienti in circolazione. Ed è giusto rendergliene merito.

18 commenti:

  1. film splendido, anche io l'ho apprezzato :)

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    1. Verhoeven è uno dei registi più sottovalutati del secolo, per via di un paio di film di cassetta girati per fare soldi... eppure è ancora una delle menti più lucide del cinema contemporaneo.

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  2. L'ho apprezzato molto anche io, anche se penso che sia anche un'analisi della pochezza maschile, mettendo in risalto non tanto una donna vittima di violenza (perché quello è risaputo), ma una ragione che porta l'uomo a violentare una donna, usando comunque un personaggio borderline di proposito proprio per non scadere nella violenza gratuita.

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    1. Assolutamente d'accordo. E' indubbio che c'è una forte critica alla società maschilista (e fintamente perbenista) di oggi. E le figure maschili, sì, sono volutamente estremizzate.

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  3. Il mio primo commento a fine visione è stato "Ti voglio bene Paul". Un film fantastico, durissimo, che da qualche giorno "sedimenta" sul fondo del mio cranio, il che è sempre un buon segno, quelle poche volte che accade. Cheers

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    1. Sì, è un proprio un buon segno quando i film fanno lavorare il cervello... ce ne sono così pochi! Assolutamente d'accordo :)

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  4. E' vero, il personaggio della Huppert rimnda a La Pianista di Haneke: che attrice meravigliosa!

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    1. La filmografia della Huppert è impressionante, sia per numero di film che la versatilità. Ha interpretato qualsiasi ruolo, sempre degnamente, ma in questo tipo di parte dà davvero il meglio di sè

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  5. A me invece non ha convinto: l'ho trovato provocatorio in maniera pretestuosa, forzata, e anche la Huppert, normalmente bravissima, mi è parsa fin troppo sopra le righe.
    Una cosa un pò da salotto borghese, dunque poco adatta a me. ;)

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    1. Ma sai che io non l'ho trovato affato borghese? Anzi, mi è sembrato proprio il contrario: che con questo film Verhoeven volesse prendere in giro proprio gli ambienti borghesi e fintamente idilliaci, le persone in apparenza benestanti e senza problemi, eppure dal cuore gelido come il ghiaccio. Se ci pensi anche "Starship Troopers" era una critica clamorosa alla borghesia e al benpensantismo. Poi, che sia una provocazione è indubbio (Verhoeven è sempre stato un provocatore) ma a me è piaciuto da matti!

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  6. Mi hai convinta, mi incuriosisce molto!!!

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  7. Verhoeven non ha mai avuto troppa fiducia nel genere umano, fin dai tempi di Starship Troopers, equesto è solo un aggiornamento della sua teoria: film geniale e irriverente, uno dei migliori della stagione!

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    1. Non posso che essere d'accordo: hai centrato in pieno quello che (per me) è lo spirito del film!

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  8. Ti dirò, "Showgirls" l'ho visto in tv qualche settimana fa e l'intelligenza alla base c'era, anche se non so bene come scriverne.
    Questo mi incuriosisce molto.

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    1. Lo penso anch'io: un Artista è Artista anche nelle cazzate... :) infatti all'inizio anche "Starship Troopers" venne giudicato così. Certo "Showgirls" non è alla stessa altezza, ma di sicuro il "genio" si vede anche lì

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  9. Anche a me è piaciuto molto. Ho apprezzato molto la direzione che prende la storia quando Michèle scopre l'identità dello stupratore, ma soprattutto il personaggio molto interessante ed enigmatico di Michèle (e anche la performance spettacolare della Huppert).

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    1. Ciao Sonia, e grazie mille per il commento: è un piacere scriverti in italiano! :)
      Sì, come ho già detto sopra la Huppert è una vera "macchina da recitazione", riesce a dare il meglio di sè in qualsiasi ruolo!
      Tra l'altro, oggi è uscito il programma di Cannes e lei sarà di nuovo interprete per Michael Haneke in "Happy End": si ricompone quindi la coppia de "La pianista", e ne vedremo delle belle! :)

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