venerdì 24 marzo 2017

LOVING

(id.)
regia: Jeff Nichols (Usa, 2016)
cast: Joel Edgerton, Ruth Negga, Marton Csokas, Nick Kroll, Michael Shannon
sceneggiatura: Jeff Nichols
fotografia: Adam Stone
scenografia: Chad Keith
montaggio: Julie Monroe
musica: David Wingo
durata: 123 minuti
giudizio: 

trama:  Virginia, 1958. Richard e Mildred Loving (lui bianco, lei nera), si sposano in segreto contravvenendo alle leggi segregazioniste dell'epoca che vietano i matrimoni interrazziali. Scoperti e condannati all'esilio, dovranno aspettare quasi dieci anni prima che la Corte Suprema degli Stati Uniti consideri ufficialmente illegittima la loro sentenza di condanna.   


dico la mia:  E' l'ultimo film "reduce" dalla Notte degli Oscar ad arrivare in sala, l'ennesima pellicola sulla questione razziale in un'annata decisamente black, e purtroppo anche l'ultima nella graduatoria degli incassi (che sono stati ben al di sotto delle aspettative). Ed è un peccato, perchè Loving non è assolutamente più brutto nè del premiatissimo Moonlight e nemmeno di Barriere e Il diritto di contare... anzi, possiamo dire che per qualità filmica e contenuti forse gli è perfino superiore: merito di un regista bravo e sottovalutato come Jeff Nichols, sempre assolutamente a suo agio nel raccontare storie intime, misurate e allo stesso tempo emblematiche come questa.

Aggiungi didascalia
Non è infatti la prima volta che Nichols porta sugli schermi le enormi contraddizioni di un paese immenso come l'America, specie se riguardano gli aspetti tipici della sua provincia remota e retrograda (lo aveva già fatto molto bene sia in Take Shelter che nell'ottimo Mud) visti attraverso lo sguardo di persone assolutamente comuni. Loving è la storia di una coppia interrazziale che nella Virginia degli anni '60 viene condannata all'esilio per aver infranto le leggi locali che vietano il matrimonio tra bianchi e neri (tutto questo per colpa di un editto razzista - il Raciality Integry Act del 1924 - volto a "tutelare e preservare" la razza bianca). Ci vorranno nove lunghi anni prima che i due coniugi ottengano dalla Corte Suprema degli Stati Uniti la cancellazione di una legge così odiosa.

Il merito di Nichols sta soprattutto nei toni moderati e nella pudicità con cui affronta un tema importantissimo come quello dei diritti dei neri e dei diritti umani in generale, che ha segnato la storia non solo americana ma del mondo intero. Nichols sceglie un approccio intimista ed equilibrato, ben lontano dall'enfasi urlata di altre pellicole sul tema (penso, per esempio, a Selma o a 12 anni schiavo) dove le implicazioni politiche restano sempre sullo sfondo rispetto ai protagonisti della storia: ciò che preme al regista è mostrare l'assurdità delle leggi razziali contrapposte al legame indissolubile tra due persone che si amano e si sostengono tra loro nonostante tutto, fregandosene di qualsiasi aberrazione giuridica.

Forse Loving non sarà il miglior film di Mike Nichols, ma è un valido esempio di come si possa costruire un buon prodotto medio, eticamente irreprensibile, senza tuttavia rinunciare al giusto coinvolgimento emotivo e all'efficacia drammatica. Un regista hollywoodiano avrebbe probabilmente imbastito un retorico e prolisso court-movie, spingendo i pedali del sentimentalismo e del pathos a comando. Loving invece lascia sempre in disparte le vicende processuali (non si vede mai un'aula di tribunale in tutto il film, salvo che nelle sequenze iniziali) per concentrare tutta la sua forza espressiva sui due protagonisti: due persone comuni, semplici, in evidente imbarazzo nell'affrontare una vicenda molto più grande di loro (a Richard e Mildred interessa solo amarsi alla luce del sole, pur consapevoli che una sentenza favorevole avrebbe cambiato - come poi è successo - il destino di milioni di altre persone).

Loving è un film trattenuto ma non minimalista, un po' didascalico ma assolutamente onesto. Merito dei due attori principali (Joel Edgerton e Ruth Negga, bravissimi) e della regia sobria ma non piatta di Jeff Nichols. Ad impreziosire il tutto, un cameo breve ma significativo del grande Michael Shannon, ormai attore-feticcio del regista, nel ruolo di un fotografo di Life: in pratica, lo sguardo esterno della macchina da presa su una vicenda da osservare dalla "giusta distanza"...

9 commenti:

  1. Mi è piaciuto. Sono d'accordo con te, probabilmente era il migliori tra tutti i film "black" presenti agli oscar. E probabilmente proprio il fatto di essere uscito per ultimo non gli ha giovato in quanto a incassi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di sicuro. E' uscito ad appena una settimana di distanza da "Il diritto di contare", che a sua volta era già uscito vicinissimo a "Moonlight" : nella "foga" di sfruttare la presenza agli Oscar si sono fatti uscire tre film a tematica simile quasi in contemporanea. Era chiaro che il pubblico non avrebbe risposto, e continuo a non capacitarmi dell'assoluta miopia dei loro distributori

      Elimina
  2. Visto ieri sera, ottimo film. A me non interessa se è "didascalico" ma che sappia smuovere i sentimenti. E questo secondo me ci riesce.
    Un abbraccio e buona giornata.
    mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Opinione rispettabilissima, Mauro. Apprezzo molto il tuo commento.
      Buona giornata anche a te!

      Elimina
  3. Mi è piaciuto soprattutto perché non è costruito come un legal drama. Anche se un pochino lento, comunque colpisce al cuore con la scena in cui i coniugi Loving vengono fotografati mentre guardano la TV, dove non c'è una coppia lui bianco lei afroamericano, ma due coniugi che si amano e basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto. Il punto di forza del film è proprio la sua intimità e il rispetto del dolore. A Hollywood ne avrebbero fatto un enfatico legal-drama, qui invece tutta la costruzione è molto pudica (e ben riuscita, almeno secondo me)

      Elimina
  4. Film visto proprio di recente, a tratti sembra un po' lento ma in verità è un gran film ^_^

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...