venerdì 30 maggio 2014

SONG 'E NAPULE

(id.)
dei Manetti Bros. (Italia, 2014)
con Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Carlo Buccirosso, Serena Rossi, Peppe Servillo, Paolo Sassanelli
durata: 114 min.


Se i Manetti Bros. fossero americani e lavorassero a Hollywood, probabilmente a quest'ora sarebbero sepolti dai soldi e avrebbero qualche oscar in bacheca. Invece per loro sfortuna sono nati e vivono a Roma, e per il cinema italiano sono praticamente degli alieni: nel nostro paese, è risaputo, non c'è più posto per quello che una volta veniva definito 'cinema di genere'... lo stesso cinema che, per intenderci, negli anni '70 andava per la maggiore e faceva la fortuna dei produttori: pur snobbato, infatti, da critici e cinefili dal palato fino, la gente affollava le sale per vedere i cosiddetti 'poliziotteschi', ovvero quei film a basso costo e con tanta azione, facenti il verso alle più celebrate pellicole americane dell'epoca (erano gli anni di Serpico e L'ispettore Callaghan) che, seppur di grana grossa, piacevano da matti al pubblico medio e meno smaliziato.

mercoledì 28 maggio 2014

LE MERAVIGLIE

(id.)
di Alice Rohrwacher (Italia, 2014)
con Alba Rohrwacher, Sam Louwyck, Maria Alexandra Lungu, Monica Bellucci
durata: 115 min.


Lo avevo già scritto recensendo il precedente Corpo celeste e sono costretto (felicemente!) a ripetermi: il cinema di Alice Rohrwacher ricorda tantissimo quello degli esordi di Ermanno Olmi, e senz'altro in questo caso è un bel complimento se pensiamo che stiamo parlando di una regista appena trentenne. La sua opera seconda, Le meraviglie, è infatti anch'essa fortemente permeata di natura e misticismo, di rimandi ad un mondo fatto di fatica, sudore, tradizioni contadine, un caleidoscopio di 'riti' sacri e profani che fanno da sfondo a una vicenda apparentemente senza tempo, una specie di parabola laica su un pianeta che cambia (forse) troppo velocemente per chi non ci sta a vivere secondo i ritmi forsennati dell'attualità.

domenica 25 maggio 2014

THAT'S 70'S DAY: I PRIMI DELLA LISTA

Secondo appuntamento stagionale della mia collaborazione con gli amici cinebloggers (la cui pattuglia, con mio gaudio, si sta ingrossando sempre più...). Oggi parliamo dei favolosi 'Seventies', di chi li ha vissuti, e anche di chi li ha solo immaginati: celebriamo gli anni '70 scoprendo che molte delle ansie e dei dubbi dell'epoca sono gli stessi di oggi, forse ingigantiti dalla crisi. E questo piccolo, delizioso film italiano riassume perfettamente, con garbata ironia e tanto, tanto divertimento, lo stato d'animo dell'epoca. Ovvio che vi consiglio di andarlo a recuperare...  

(id.)
di Roan Johnson (Italia, 2011)
con Claudio Santamaria, Francesco Turbanti, Paolo Cioni
durata: 85 min.

Pisa, 1970. Cronaca di una 'bischerata' memorabile. Due liceali, pluriripetenti e perdigiorno, inclini più alla musica che ai libri, aspettano un'audizione nientepopodimeno che dal 'cantautore resistente' Pino Masi, autore de 'La ballata del Pinelli' (sic!) e musicista 'di culto' per la sinistra dell'epoca. Ma il Masi non ha tempo per starli a sentire: nell'Italia del dopo Piazza Fontana si susseguono le voci di un golpe militare, sull'onda di quello accaduto in Grecia pochi mesi prima. Non c'è un minuto da perdere: 'precettati' i due studentelli (non troppo convinti, in verità), nonchè la macchina di uno di loro,  il terzetto si dirige verso la Jugoslavia del 'compagno' Tito, nella speranza di riuscire a varcare il confine prima del colpo di stato...

lunedì 19 maggio 2014

IL WESTERN SBANCA CANNES. ALLA FACCIA DI CHI GLI VUOLE MALE....

Hilary Swank e Tommy Lee Jones in 'The Homesman'
Ha centoundici anni, ma non li dimostra. Anzi, il western è come l'araba fenice: dato ciclicamente per morto, finisce ogni volta per rinascere e stupire. Quest'anno ha addirittura sbancato Cannes, e non solo grazie all'attesissima versione restaurata di Per un pugno di dollari (che avrà l'onore di chiudere in bellezza la rassegna francese) ma anche per la presenza di almeno altri due titoli di genere che stanno già avendo ottimi riscontri di critica e pubblico: parliamo di The Homesman, seconda regia di Tommy Lee Jones (qui anche interprete, insieme a Hilary Swank e Meryl Streep) e il curioso The Salvation, produzione danese (!) firmata da Kristian Levring (ex allievo di Lars Von Trier) con il 'solito' Mads Mikkelsen in grande spolvero. Aggiungiamoci poi anche il fantascientifico The Rover, film australiano diretto da David Michod con Robert Pattinson protagonista, sorta di on the road futuribile che per atmosfere e situazioni ricorda molto il mito della frontiera...

mercoledì 14 maggio 2014

DEVIL'S KNOT - FINO A PROVA CONTRARIA


(Devil's Knot)
di Atom Egoyan (Usa, 2013)
con Colin Firth, Reese Witherspoon, Elias Koteas, Mireille Enos, Dane DeHaan
durata: 114 min.


Nel maggio del 1993 a Memphis (Tennessee, Usa) tre ragazzini furono trovati morti nel letto di un fiume, nudi e con le caviglie legate con i lacci delle scarpe. Tutti e tre i corpi portavano segni di violenza e percosse. Le indagini condussero subito a tre adolescenti del posto, dediti al satanismo e appassionati di heavy metal. Dopo un rapidissimo processo due di loro vennero condannati all'ergastolo e un altro, all'epoca l'unico maggiorenne, alla pena capitale. Tuttavia fu chiaro fin da subito che le sentenze di condanna furono molto approssimative e dettate in primo luogo dal conformismo e dal razzismo strisciante della società civile: seppur largamente condivise dall'opinione pubblica, infatti, le condanne sollevarono molti dubbi dal punto di vista giuridico... ma fu solo grazie alle ricerche di un coraggioso investigatore privato che molti anni dopo (addirittura nel 2011) i tre furono scarcerati dopo aver scontato quasi vent'anni di galera. Attenzione: scarcerati ma non assolti, poichè lo stato americano pretese per il loro rilascio una dichiarazione spontanea di colpevolezza e l'impegno a non procedere per vie legali contro l'ingiusta detenzione.

sabato 10 maggio 2014

ALABAMA MONROE - UNA STORIA D'AMORE


(The broken circle breakdown)
di Felix Van Groeningen (Belgio, 2013)
con Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell Cattrysse
durata: 111 min.


Questione di sensibilità. Ci sono film che ti prendono alla gola, allo stomaco, a volte al cuore. Film che ti possono commuovere fino allo sfinimento oppure farti incazzare come pochi: dipende sempre da quanto il nostro animo è più o meno disposto a recepire certe storie (e naturalmente, sono il primo a riconoscerlo, dal proprio bagaglio personale di esperienza e vita vissuta). Premessa doverosa per dire che il sottoscritto rispetta, comprende e non inveisce contro chi ha profondamente amato Alabama Monroe (e sono in parecchi, da quello che sento in giro), ma allo stesso modo sostiene con forza il suo pensiero: questo è uno dei quei film che proprio non riesco a vedere, e che non riguarderò mai più in vita mia...  perchè lo trovo tremendamente falso e ricattatorio, oggettivamente e soggettivamente tremendo. Chi si sente offeso da queste righe, senza rancore, può fermarsi qui a leggere. Per chi vuole continuare, invece, cercherò di spiegare il perchè.

martedì 6 maggio 2014

LA SEDIA DELLA FELICITA'

(id.)
di Carlo Mazzacurati (Italia, 2014)
con Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giueppe Battiston, Katia Ricciarelli
durata: 94 min.


Carlo Mazzacurati se n'è andato lo scorso 22 gennaio, a soli 57 anni. La sedia della felicità esce quindi postumo, e vedendolo si ha proprio la sensazione che il regista fosse consapevole che questo sarebbe stato il suo ultimo film: sia per la dedica (ben visibile nei titoli di testa) a Marina ed Elena, ovvero moglie e figlia, ma soprattutto per il commovente numero di 'camei' che gli amici di Carlo hanno accettato di girare pur di essere presenti, anche per pochi secondi, nella sua ultima pellicola: in pratica tutto il cinema italiano gli ha reso omaggio, da Antonio Albanese a Silvio Orlando, Fabrizio Bentivoglio, Roberto Citran, Milena Vukotic, Raul Cremona, Natalino Balasso, tutti insieme per un ultimo saluto non solo a una persona perbene ma anche a un ottimo cineasta, capace di raccontare in maniera sempre brillante, ironica ma mai superficiale il 'suo' mondo: quel nord est e quel suo popolo così pieno di pregi e contraddizioni che è sempre stato il vero protagonista delle sue storie.

sabato 3 maggio 2014

NYMPH()MANIAC

(Nymph( )maniac, vol. I - II)
di Lars Von Trier (Danimarca, 2013)
con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgard, Stacy Martin, Shia LaBoeuf, Christian Slater, Uma Thurman, Hugo Speer, Willem Dafoe, Mia Goth
durata: 240 min. (100' + 140')


Non è bello, mi rendo conto, iniziare una recensione con uno spoiler... ma davvero non riesco a parlare di Nymph()maniac senza citare la scena (per me) più importante di tutto il film, quella che ne dà la chiave di lettura e ci consente di formulare un'interpretazione scevra da pregiudizi (e diciamo subito che se avete pregiudizi di qualsiasi tipo non iniziate nemmeno la visione del film, perchè Nymph()maniac per essere compreso e giudicato va affrontato con la mente aperta e una certa predisposizione all'ascolto: mai come in questo caso infatti si tratta di un film - e di un autore - che tendono la mano, seppur a modo loro, verso chi guarda... e proverò a spiegarne il motivo).