domenica 22 gennaio 2012

THE HELP

(id.)
di Tate Taylor (USA, 2011)
con Emma Stone, Viola Davis, Octavia Spencer, Jessica Chastain, Sissy Spacek
VOTO: ***

Jackson, Mississippi, 1963: la giovane e 'alternativa' Skeeter Phelan (Emma Stone), appena laureata, torna a casa e trova lavoro come cronista presso un giornaletto locale. A dir la verità all'inizio il suo compito è quello di rispondere alle lettere, ma ben presto la ragazza, scaltra e anticonformista, femminista ante-litteram, decide (ovviamente in disaccordo con tutti) di realizzare un reportage sulle domestiche di colore, retaggio di una schiavitù passata e testimonianza del razzismo ancora imperante nelle terre del Sud.

Vengono alla luce così le storie di due donne nere, la matura Aibileen Clark (Viola Davis) e la giovane Minnie Jackson (Octavia Spencer), diverse per età e per carattere ma accomunate dal colore della pelle e dai pregiudizi della borghesia locale. Skeeter si prende a cuore le vicende personali delle due, coinvolgendole in un progetto segreto che avrà come scopo quello di far uscire finalmente allo scoperto le discriminazioni razziali dell'epoca, mascherate da un ipocrita bon-ton. Logico il fine della pellicola: far riflettere lo spettatore sul razzismo e la condizione dei neri negli anni '60 per confrontarlo con la realtà di oggi. E scoprire, purtroppo con poca sorpresa, che almeno nella testa delle persone le derive razziste non sono poi così sopite...

The Help è comunque, prima di tutto, una storia di donne. Un film corale che vorrebbe raccontare con eleganza e stile una bella epopea tutta 'al femminile', oltretutto con l'ambizione di volersi inserire in quel filone di 'cinema sociale' che ha avuto in passato pellicole degne di nota e ben più di spessore (pensiamo a 'Il colore viola'). Il problema, però, è che tutto resta in superficie e quasi mai il film affonda nelle vere ferite del tempo, limitandosi a centellinare sprazzi di sincera emozione (e commozione) con siparietti comici inseriti ad arte per allentare l'atmosfera drammatica.

E così, alla fine dei 139 minuti di pellicola (che trascorrono non senza qualche sbadiglio), la sensazione è quella di un'opera incompleta, platealmente buonista pur se non stucchevole, zuccherosa e rassicurante al punto giusto per catturare l'interesse dell'Academy, che (potete starne certi) regalerà al film diverse candidature agli Oscar: scontate quelle alle due attrici nere, Viola Davis e Octavia Spencer, probabile quella a Emma Stone (ne ha fatta di strada dai tempi di Easy girl!), anche se però, alla fine, la più brava di tutte è la rediviva Sissy Spacek: il suo ruolo è poco più che un cameo, ma la classe è ancora cristallina... bentornata!

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