sabato 10 settembre 2011

KILLER JOE (USA, 2011) di William Friedkin

Se Killer Joe fosse stato in Concorso a Venezia lo scorso anno, con Tarantino presidente di giuria, credo che le sue quotazioni per il Leone d'Oro sarebbero state altissime. Quest'anno magari un po' meno, ma quello che conta è che il 76enne regista americano, decano del gangster-movie a stelle e strisce (ricordiamo che sono suoi capolavori del genere quali Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles) è ancora perfettamente lucido e in palla, e questo Killer Joe può essere considerato un allegro 'divertissement', impossibile da prendere sul serio ma esilarante per chi lo guarda: una vera goduria!

Friedkin infatti abbandona la drammaticità e la butta sul nonsense, dirigendo un poliziesco strampalato e volutamente 'caciarone', grottesco ma divertentissimo, con personaggi che ricordano molto, perlappunto, quelli 'tarantiniani'. Nel senso, per capirci, che non c'è uno che abbia tutte le rotelle al suo posto: a cominciare proprio da Killer Joe, un poliziotto 'sui generis' che per arrotondare lo stipendio si diletta nel tempo libero a fare il sicario... Costui (interpretato da un Matthew McConaughey 'stranamente' bravino) riceve un offerta da una famiglia di balordi per eliminare l'ex-moglie del patriarca e riscuotere il denaro dell'assicurazione sulla vita.
Naturalmente niente andrà come deve andare: Killer Joe esegue alla perfezione il suo compito, ma riscuotere il denaro sarà più difficile del previsto. E allora, come 'deposito cauzionale', il nostro è intenzionato a mettere le mani (in tutti i sensi) sulla figlia minore del mandatario, una biondina decerebrata ma indubbiamente carinissima...

Ma, aldilà dell'aspetto goliardico, il film è un'amara istantanea sull'America dei bassifondi, delle roulottes trasformate in case, della gente ignorante e senza speranza che ormai è parte cospicua della popolazione a stelle e strisce. Friedkin si è sicuramente divertito molto a girarlo, ma il suo sguardo feroce, sarcastico e inevitabilmente pessimista sul'americano medio è evidente e intatto.

VOTO: ***

3 commenti:

  1. Interessante, molto interessante, speriamo di vederlo presto ^^

    RispondiElimina
  2. Un film come questo esce poche volte nella vita, Friedkin come sempre maestro delle malebolge terrene in cui i suoi personaggi vi abitano. Juno Temple figa quanto pazzo il suo personaggio e poi Matthew che nel monologo finale si aggiudica uno dei suoi migliori ruoli in carriera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, gran ruolo per McConaughey quando ancora non lo conosceva nessuno. E Juno Temple sempre tanta roba! ;)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...