giovedì 8 settembre 2011

4:44 LAST DAY ON EARTH (USA, 2011) di Abel Ferrara

'Un brutto film, se è anche d'autore, è mille volte più brutto". Non ricordo chi ha pronunciato in passato questa frase, ma chiunque sia stato aveva maledettamente ragione! E' vero: ci sono registi famosi che, una volta esaurita la fase creativa (per carità...è umano, può succedere, e non c'è niente di male) rifiutano di arrendersi all'evidenza e sfornano opere di una tale bruttezza che, se a dirigerle fosse stato un esordiente, lo avremmo rincorso per prenderlo a calci. E invece, di fronte a certe eminenze grigie (grigie solo per mancanza di idee, beninteso) si nota sempre una certa pietosa, stucchevole indulgenza: quasi fosse un peccato di lesa maestà parlarne male... un po' come quando dovete dire a un anziano che non è più in grado di fare certe cose ma, per affetto o remissione, non trovate il coraggio di farlo.

Veniamo al punto: lo avrete capito, 4:44 last day on earth, l'ultimo film di Abel Ferrara, è una ciofeca clamorosa. Il film più irritante e imbarazzante visto qui al Lido, 'catastrofico' in tutti i sensi e talmente carico di comicità involontaria da riabilitare, addirittura, il film di Garrel con la Bellucci (è tutto dire...). L'argomento è di quelli non proprio originalissimi: si parla della fine del mondo. Esattamente dell'ultima notte dell'umanità... secondo Ferrara, infatti, la Terra finirà di esistere esattamente alle 4:44 di un mercoledì notte, non un secondo di più, nè uno di meno. Come? Ovvio, a seguito della classica 'catastrofe ecologica' che causerà per quell'ora una terrificante esplosione che cancellerà il nostro pianeta dalla Galassia. Ovviamente non si sa nè come nè perchè, anche perchè fuori è tutto tranquillamente normale. Non c'è assolutamente niente fuori posto, il traffico di New York scorre regolare, case, animali e piante sono sempre lì, la gente si prepara ad affrontare  l'Apocalisse come se stesse per andare in ufficio...

E voi invece come vi sentireste se foste proprietari di un loft a Manhattan, condiviso con la vostra dolce e tenera mogliettina, ad aspettare la fine del mondo? (ovviamente la fanciulla è bellissima, ha velleità artistiche ed è, chiaramente, molto, molto più giovane di voi). Che cosa fareste? Come 'ingannereste' il tempo in attesa dell'ora fatale? Ovvio! Scopando come ricci, dipingendo quadri astratti, mangiando cibo cinese, guardando la tv, magari andando a salutare i vicini di casa che, per ringraziarvi della visita, vi regalano pure qualche bella pista di cocaina...

Vi pare impossibile? Non ci credete? Eppure è tutto terribilmente vero! In questo inimmaginabile pastrocchio Abel Ferrara vuole davvero spiegarci che il destino è ineluttabile (che scoperta!) e che dobbiamo accettarlo serenamente e con metodo zen (non a caso la coppia di protagonisti è buddista praticante). Meglio se abbracciati teneramente al proprio compagno stesi sul pavimento a copulare... certo che sarebbe davvero il sogno di tanti! Impossibile, insomma, prendere sul serio una roba del genere. E dispiace che a ridursi così in basso sia un regista 'di culto' ancora amatissimo da intere generazioni di cinefili.
Ma, caro Abel, se la pietà non si nega a nessuno, la pazienza sì. Qualcuno gli dica di smettere.

VOTO: *

2 commenti:

  1. Io consiglierei a te di smettere di scrivere piuttosto..Se non capisci i film è un problema tuo. Che la nuova opera di Ferrara sia spiazzante lo riconosco ma da qui a dire che è una ciofeca ce ne passa. In realtà è un film coraggioso che tratta il tema dell'apocalisse in modo completamente diverso dal solito. Il messaggio comunque è ancora piu nichilista: la gente continua a comportarsi normalmente perché è ancorata ad una quotidianità da cui non sa staccarsi. Qualunque giorno potrebbe essere l'ultimo.
    Il fatto che lui vada a trovare degli amici mi sembra la cosa più normale del mondo. Tu cosa faresti nelle ultime ore della tua vita? Ti impiccheresti? Io no, cercherei di stare con le persone a cui voglio bene, condividendo gli ultimi istanti della mia vita. E' questo il senso ultimo del film, ed è per questo che i protagonisti non fanno quasi nient'altro che parlare con altre persone, cercare un ultimo contatto.
    Ci stanno le critiche negative anche se andrebbero un minimo articolate. Troppo facile scrivere tre scemenze su un sito senza minimamente analizzare il film e sforzarsi di capirlo.

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  2. Io invece penso che continuerò a scrivere... anche per dare a quelli come te la possibilità di esprimersi, seppure incapaci di farlo civilmente.
    Quel che mi rattrista è che, depurata dalle offese personali, la tua opinione è rispettabilissima e interessante, anche se ovviamente non la condivido. E ci sarebbe la possibilità di fare una discussione bella e approfondita. Per questo non cancellerò il commento.
    Quello che non capisco, caro amico che non si firma, è il motivo di tanta intransigenza e tanto livore verso un'altra persona che, semplicemente, la pensa in modo diverso e lo dice senza offendere nessuno. E, soprattutto,
    il motivo per il quale tu puoi parlare del film e io no... chi stabilisce se uno sa scrivere o no? Tu forse? E anche se non sapessi scrivere, perchè non potrei comunque esprimere un parere?
    Sul web ci sono milioni di blog cinefili, se non ti piace questo puoi sempre rivolgere il tuo sguardo altrove. Anche se, sinceramente, spero che non lo farai... perchè malgrado tutto mi piace quello che hai scritto.

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