mercoledì 15 settembre 2010

Venezia 67 / ROAD TO NOWHERE (USA, 2010) di Monte Hellman

Le malelingue si sprecavano, e del resto anche il vecchio Hellman lo aveva candidamente dichiarato: se Quentin Tarantino avesse fatto vincere trionfare al Lido Road to Nowhere sarebbe accaduto il finimondo. Figuriamoci: il presidente di giuria che premia il suo ex-produttore e talent-scout! Ed è un peccato, perchè se escludiamo il capolavoro di Martone (film immenso ma, come temevamo, assolutamente incomprensibile a una giuria internazionale), la pellicola del vecchio Hellman aveva tutti i requisiti per portarsi a casa il Leone d'Oro: confezione impeccabile, sceneggiatura di ferro (forse anche troppo!), ottimi attori, buon ritmo.
Hellman gira un noir avvincente e cerebrale che prende spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto: una troupe cinematografica sta girando un film sul misterioso 'caso' di due amanti che escogitano una truffa ai danni di un'assicurazione, uccidono un poliziotto e si dileguano, come dice il titolo, nel nulla... durante le riprese, lavorando sulla sceneggiatura, vengono fuori nuovi inquietanti interrogativi sull'accaduto, tanto che a un certo punto è davvero difficile per i protagonisti distinguere la realtà dalla finzione. E naturalmente anche per lo spettatore. Aggiungete poi che il regista si innamorerà perdutamente della bella protagonista (una magnifica Shannyn Sossamon, perfetta nel ruolo di 'femme fatale') che assomiglia in maniera inquietante alla vera truffatrice... e il cerchio si chiude.

Road to Nowhere è un'opera difficile da digerire ('da rivedere almeno due volte', dice il regista stesso), ma innegabilmente affascinante nonostante il canovaccio non proprio originalissimo: il meta-film, infatti, cioè l'escamotage del 'cinema nel cinema' non l'ha certo inventato Hellman... ma vedere passare sullo schermo quelle immagini seducenti e maliziose (vogliamo dirlo? prettamente 'lynciane') e constatare lo scorrere, impeccabile e inesorabile, di una trama complicatissima, genera sensazioni assolutamente positive, da incorniciare.

Forse non proprio per tutti, o forse proprio per questo, decisamente da non perdere.

VOTO: * * * *

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