domenica 30 maggio 2010

Era uno sporco bastardo, ma a suo modo...


La notizia non era certo inattesa: Dennis Hopper si è spento ieri sera a 74 anni. Soffriva da tempo di un cancro alla prostata ed era ormai in fase terminale. Di solito non amo scrivere necrologi o "coccodrilli", specie se preconfezionati come in questo caso. D'altronde, sarà una frase fatta, ma io sono profondamente convinto che chi ha la fortuna di fare spettacolo, e il cinema in particolare, lascia comunque ai posteri un pezzo della sua vita. Un artista continua sempre a vivere, con le sue opere e le sue testimonianze, e nel cuore della gente non muore mai. Dennis Hopper ce lo ricorderemo per il mitico Easy Rider, film-specchio di una generazione intera (anche se, visto oggi, risulta essere datato e quasi anacronistico, invecchiato male) e per almeno un'altra trentina di pellicole importanti, disseminate nell'arco di una carriera lunghissimaMa io voglio ricordarlo per una cosa assolutamente personale. E molto piacevole. Dovete sapere che il primo film che ho acquistato in vita mia (e che mi ha "spalancato" le porte di quel mondo allora sconosciuto che era l'home-video) è stato proprio il suo Ore Contate.

Film "maledetto", disconosciuto dallo stesso regista, passato di mano in mano, gunto sullo schermo dopo miradi di peripezie, Ore contate è un film magnificamente sbagliato, con un cast da capogiro e una s-plen-di-da protagonista: una Jodie Foster mai così sensuale, passionale, disinibita, provocante... è il film che mi fece innamorare di questa attrice, e che corsi subito a comprare in vhs. Inutile dire che quella videocassetta è ormai consumata e inutilizzabile per le troppe visioni. Meno male che qualcuno ha inventato il dvd!
Onore dunque al vecchio Hopper: era una "testa calda", un elemento incontrollabile nell'estabilishment hollywoodiano (che infatti lo ha sempre ripudiato), un alcolizzato, drogato, adorabile bastardo: uno che votava repubblicano ma ripudiava Bush, un vetero-fascistoide con il cuore generoso e pulsante. Ore Contate potrebbe diventare adesso il suo film-manifesto: Goodbye, Dennis.

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